GIUSEPPE DE MATTIA

a cura di Antonella Campobasso

IL GRAN COPIATORE | La fotocopia come opera d'arte democratica

In occasione del festivalfilosofia 2023, per questa edizione dedicata al tema parola, lo spazio di Gate 26A assume temporaneamente le sembianze di un ufficio o di una copisteria in cui campeggia solitaria un’unica macchina fotocopiatrice destinata alla sua esatta funzione originale: riprodurre meccanicamente un numero di copie a tiratura più o meno elevata di un medesimo testo che verrà poi in un secondo momento validato con un timbro e distribuito gratuitamente come opera d’arte finita e autenticata.

Protagonista dell’installazione performativa messa in scena dall’artista Giuseppe De Mattia è Il Gran Copiatore, uno strumento tradizionalmente legato alla produzione e alla stampa di testi e parole diventa qui un prolungamento automatico dell’autore che con una semplice operazione è in grado di generare e diffondere un’opera d’arte accessibile e allo stesso tempo economicamente non dispendiosa per chi la acquisisce e la produce: una semplice fotocopia su cui è stampata la dichiarazione dell’artista “Se continuerò a resistere, questa fotocopia potrebbe valere una colazione.” Il testo recita lo slogan di una fantomatica “rivoluzione” che l’artista pugliese da tempo conduce e porta avanti attraverso diversi linguaggi: dall’installazione alla scultura, dalla pittura al ready-made, passando anche dalla grafica e la fotografia. L’obiettivo cardine della ricerca di De Mattia è indagare le dinamiche del sistema dell’arte, da sempre relegato a determinate fasce sociali, protestare e allo stesso tempo constare in chiave personale e con grande attenzione antropologia, le difficoltà e lo sforzo emotivo ed economico che il mestiere dell’artista comporta, affrontando con determinazione ma non senza ironia, sia il tema della produzione artistica che la sua relativa mercificazione. In questa installazione il lavoro svolto dall’artista è di fatto tutto condensato nel concepimento di quella frase di protesta che vuole trasmettere e diffondere con tutte le sue forze come forma di accettazione e allo stesso tempo di resistenza alle condizioni che il mercato dell’arte impone. La parola stampata su fotocopia ne amplifica le potenzialità comunicative, diventa qui un mezzo di denuncia, di diffusione e permanenza di un messaggio, di un’urgenza che da personale diventa globale e condivisa. Lo statement riprodotto dal Gran Copiatore è realizzato digitalmente in modo tale che non esista un originale e che quindi la sua prima stampa venga fotocopiata n volte in base al numero di persone che richiedano l’opera d’arte. La stampa presenta inoltre un’estetica, nei suoi caratteri, molto semplice, veloce e una grafica intuitiva e rudimentale che ricorda i cartelloni stradali e i manifesti cinematografici italiani di una volta privi di fronzoli e che De Mattia conosce bene grazie alla formazione universitaria in cinema da cui trae continua ispirazione. 

L’artista barese sovverte le regole speculative del mondo artistico affidando la produzione a una macchina fotocopiatrice dalla tecnologia oramai obsoleta ma ancora in grado di generare una forma alternativa di creazione democratica dell’arte. Al contrario di molti altri lavori in cui De Mattia nomina le sue opere con vezzeggiativi e diminutivi al fine di depotenziare il valore delle sue creazioni, il Copiatore viene elogiato per la sua grande capacità di riprodurre fedelmente e in maniera meccanica fogli identici e in grande quantità, ribaltando i parametri di esclusività e unicità che nel mercato accrescono il valore dell’arte.

L’idea che sottende quella che può essere definita l’operazione più concettuale della carriera di De Mattia nasce da un ricordo d’infanzia epifanico che lo ha indirizzato a intraprendere questa strada lavorativa seguendo una precisa linea estetica e politica.  L’arte è entrata nella sua vita e nella sua casa d’infanzia della provincia grazie ad una forma di distribuzione di cataloghi d’arte in voga nei primi anni ‘80 che, grazie a specifiche convenzioni riservate al club degli abbonati, permetteva di ricevere saltuariamente e a basso costo, litografie e disegni di artisti, numerati e autografati. In un contesto familiare di origine umile, che aveva già subito un salto sociale, dal lavoro in campagna dei nonni, all’operaismo dei genitori, avere accesso diretto all’arte significava accrescere notevolmente il proprio status socioculturale. Inoltre, il valore artistico ed economico di alcuni di questi multipli ha visto, col passare del tempo, un forte accrescimento in virtù della rarità e della quasi unicità dell’edizione limitata e autenticata. Quella quasi unicità ha spinto De Mattia a interessarsi al multiplo come strumento al servizio della democratizzazione dell’arte. Gli ephemera generati dal Gran Copiatore potrebbero differire tra loro in alcuni dettagli a causa dell’autonomia funzionale della macchina, la capacità riproduttiva del toner potrebbe infatti diminuire con il tempo o rischiare di perdere tracce d’inchiostro. Tutte le fotocopie stampate saranno comunque convalidate con un apposito timbro che ne attesterà il valore futuro. De Mattia non dichiarerà l’originalità delle copie autografandole bensì apponendo una timbratura: la firma non solo richiederebbe la presenza fisica dell’artista ma depotenzierebbe anche il valore intrinseco dell’opera.

INFO

Inaugurazione 
🟥 SABATO 16 SETTEMBRE 2022 ORE 18:00
Sarà presente l'artista
 
Orari di apertura durante Festivalfilosofia 
▪Venerdì 15 settembre ore 9.00 – 23.00
▪Sabato 16 settembre ore 9.00 – 23.00
▪Domenica 17 settembre ore 9.00 – 21.00
 
Dopo il festival la mostra sarà visitabile fino al 17 ottobre 2023
Sabato e domenica ore 16.30 – 20.00.
Negli altri giorni su appuntamento. L’installazione è visibile anche dall’esterno.
 

BIO.

Giuseppe De Mattia (Bari, 1980) è un artista che utilizza diversi strumenti per indagare il rapporto tra memoria, archivio e contemporaneità. Ha esordito con la fotografia per poi spostarsi al video e all’audio, fino ad arrivare al disegno con le sue ultime opere. Da attento osservatore del panorama artistico contemporaneo, nella propria opera De Mattia tocca spesso temi strutturali legati all’economia di beni di consumo di base e arte contemporanea e, più in generale, alla relazione con il mestiere dell’artista, articolati attraverso un dialogo tra ironia, satira e struggente critica.

Antonella Campobasso (Bari 1992) è laureata in Storia dell’arte presso l’Università di Bologna e specializzata in Economia e Gestione delle Arti all’Università Ca’ Foscari di Venezia. Ha lavorato nella didattica, comunicazione e promozione dell’arte contemporanea per varie istituzioni Ciaotra cui la Biennale di Venezia, la Peggy Guggenheim Collection e la Fondazione Pino Pascali. Attualmente collabora con FMAV Fondazione Modena Arti Visive per l’Ufficio Stampa e Comunicazione.