DIEGO CAPITANI

WAIT ZONE Chapter #8 - "Giochi Protettivi"

 

Un tappeto gioco solitamente viene utilizzato per creare una superficie più morbida su cui far giocare i bambini per tenerli al sicuro ed evitare lesioni, è adatto per uso interno ed esterno. Resistente all’acqua. Il peso leggero lo rende molto semplice da assemblare. Qualsiasi fuoriuscita o "incidente" può essere rapidamente pulito con un panno. I tappetini in schiuma offrono una superficie ad alta aderenza per evitare cadute e scivolamenti. Materiale sicuro e garantito realizzato in materiale EVA, non contiene ftalati, sostanze tossiche nocive o irritanti.
In una stanza viene presentata parte di un tappeto gioco per bambini.
Il tappeto è formato da cinque piastrelle quadrate 30,5cm x 30,5cm x 1cm, ogni piastrella ha un colore diverso e contiene una lettera di un colore differente rispetto alla piastrella su cui si trova. La composizione rivela la scritta “merde”.
GIOCHI PROTETTIVI è un esperimento di resistenza su chi guarda. Lo spettatore cerca di capire di che si parla e a chi è rivolta la parola che da sola basta a formare una frase di senso compiuto. Accusa. È forse rivolta proprio a lui? È possibile sostare davanti ad essa senza provare vergogna per se stessi? Un oggetto proveniente da una dimensione bambinesca concepito per proteggere e tutelare i piccoli può veicolare un messaggio così violentemente crudo?

2021 - Materiale: EVA - 144 x 30,5 x 1

INFO

20 febbraio alle ore 12:00 - 28 febbraio 2021 alle ore 21:00
Visibile dalle 12-21
Tutti i giorni.
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🔴Spazio Gate 26A nel rispetto del vigente Dpcm resta chiuso al pubblico ma visibile dall'esterno.🔴

 

BIO.

Diego Capitani, nato a Modena nel febbraio 1989 inizia il suo percorso di studi all'Istituto d'Arte Adolfo Venturi specializzandosi in design ceramico.
Dopo le scuole superiori decide di continuare ad approfondire il suo interesse verso le arti visive iscrivendosi all'Accademia di Belle Arti di Bologna per poi diplomarsi nell'indirizzo di scultura a marzo 2016.

Partecipa a varie esposizioni collettive e personali, la sua produzione spazia dal modellato alla performance ma è nelle installazioni site specific, immersive, che riesce ad esprimersi al meglio e a rendere lo spettatore parte attiva del suo lavoro.